Blackout Spagna, Borchia (Lega): “Fare luce su responsabilità, rinnovabili devono contribuire a sicurezza energetica”

Strasburgo, 7 mag – “Cinquanta milioni di persone al buio e oggi va in scena il processo al primo black out dell’epoca del green deal. Al di là della necessità di fare luce – concedetemi il gioco di parole – sulle responsabilità, ci sono alcuni elementi che emergono con chiarezza. L’illusione di poter sostituire il gas esclusivamente con le rinnovabili sta comportando già da anni degli squilibri nel sistema energetico: primo effetto, l’enorme volatilità dei prezzi. Sanchez e Greenpeace non hanno capito a cosa servono le centrali nucleari, cioè a garantire potenza continuativa, non a tamponare le oscillazioni del sistema.
Ho sentito critiche agli operatori privati ma Red Electrica de Espana, l’operatore di trasmissione, è controllata dallo Stato ed esprime alla presidenza una nota esponente del Partito socialista spagnolo. Ed è preciso dovere del gestore di rete stabilire quanta produzione da rinnovabili non immettere in rete. Oggi crolla il mito della Spagna capace di tenere prezzi bassi grazie a una generazione abbondante da rinnovabili: è un modello che presenta troppi punti deboli, in particolar modo sotto il profilo della sicurezza energetica. Se le rinnovabili aumentano in modo incontrollato, magari anche grazie agli incentivi, e non sono chiamate a contribuire alla sicurezza del sistema, si va incontro al fallimento della politica energetica. E su questo, il governo Sanchez non può nascondersi dietro la fatalità”.

Così Paolo Borchia, capodelegazione della Lega al Parlamento europeo e coordinatore dei Patrioti in commissione Itre, nel suo intervento in aula durante la sessione plenaria.